Siamo fiori, non schiavi!


venerdì 30 luglio 2010

La Cina è vicina


Manfredonia, luglio 2008

Questa è una storiaccia.

Sono Carmine, ho 28 anni e, durante gli anni di università, ho lavorato per quattro stagioni, da aprile a ottobre, in un'agenzia che distribuisce quotidiani e riviste. Io ero addetto alle riviste tecniche e pornografiche. Gran parte del lavoro consisteva nella distribuzione di occhiali, materassini da mare e videocassette.
Il lavoro mio consisteva praticamente... secondo loro dovevo arrivare lì alle 5, io invece arrivavo alle 5 e mezza, non ce la facevo. Dovevo imballare giornali fino all'una-e-mezza. Il mio lavoro finiva qui: per tutti gli altri, che restavano, si faceva pausa dalle 13,30 alle 14,30 e si riprendeva fino a quando non finivano tutti quanti i giornali, solitamente non prima delle 6 del pomeriggio. L'estate ovviamente il lavoro triplica perchè il Gargano è turistico, gli alberghi e i lidi prendono i giornali quindi si schiatta di lavoro e si finisce alle 8.
A me mi davano 8-900 euro al mese. Ma non è un lavoro come pensate voi. Lì ti distruggi.

Il nostro stipendio era solo leggermente diverso e secondo gli altri io non facevo un cazzo.
Praticamente funzionava in questo modo qui: lì c'erano tanti signori che erano andati a scuola, secondo me, non oltre la seconda-terza elementare. E allora che succedeva quando c'ero anch'io? Io litigavo non tanto con il datore di lavoro - chiamiamolo così - quanto con loro perchè non si rendevano conto che venivano messi veramente sotto e ce l'avevano con me perchè secondo loro io lavoravo 'solo' mezza giornata, ovvero 8 ore al giorno. Quindi io non ero ben visto e per questo si incazzavano con me.

Questi tizi qua facevano riposo solo il due di gennaio, che si lavora a metà, e a ferragosto, il 16, perchè chiaramente i giornali escono sempre. Mai un giorno di riposo. Io la domenica non ci andavo, ahivoglia loro a dire, non me ne fregava un cazzo. Forse sono debole fisicamente ma non riuscivo a ricaricarmi.

Lì ho conosciuto un sacco di persone. Uno lavora lì da quando aveva 14 anni, ora ne ha 40, cioè da sempre. Mi ricordo anche tanti episodi divertenti, le persone erano simpatiche, con tanti ancora mi fermo a parlare.

E' successo una volta che vengono dei senegalesi che, per imballare delle cose, avevano bisogno di carta straccia. Uno che lavora lì ha fatto per scherzare a uno dei senegalesi: "Oh, ma perchè non vieni a lavorare pure tu qua!" Sto tipo l'ha guardato e gli ha risposto: "Ehi, mica sono marocchino io!". Ci ha fatto schiattare dal ridere.

Noi eravamo addetti al settore tecnico. Eravamo 5 in totale.
Arrivavano i giornali la mattina con 2 tir. Scaricavano le pedane con le riviste, le dovevi sballare e accatastare su un bancone. Poi si fa il giro di tutto il bancone per ogni edicola, prendi 20 Espresso, 15 Repubblica..., vai nella macchina dove devi imballarli, li appoggi, schiacci un pedale ed esce una fascetta molto tossica che si attacca col calore. Poi li prendi, ci metti il nome dell'edicola sopra e li riaccatasti sulla stessa pedana da cui prima li hai scaricati.
Per le edicole minuscole si caricavano almeno 30-35 chilogrammi.
In tre per una macchina, due accatastano i giornali e poi te li passano per imballarli. Devi essere veloce perchè chiaramente prima ti sbrighi, meglio è. Sai, l'orario è molto relativo. Il lavoro col pedale, se sgarri ti fai molto male, ti imballi dentro.

Devi avere delle misure di sicurezza? Secondo me non devi avere niente in testa per stare là dentro.

L'estate lì dentro c'erano almeno 50 gradi per via dei macchinari e del tetto di lamiera. Io lavoravo con le mutande e a piedi scalzi.
In estate ho preso la polmonite uscendo fuori a fumare perchè dentro era caldissimo e quando uscivi dovevi metterti la felpa pure se c'erano 40 gradi.

Sul lavoro il padrone secondo me era un animale, non ci sono altri termini.
Non è un fatto normale: si metteva alle tue spalle e ti guardava lavorare borbottando, a volte per ore. Non si andava a fare neanche le cazzo di ferie, non se ne andava mai, stava sempre là.

Ingaggiati? Ma quale ingaggiati!
Se venivano i controlli te ne dovevi scappare in mezzo alla campagna. Comunque spesso si sapeva già quando venivano. Si diceva che una volta avesse avuto una denuncia; quando ci son stato io non è mai successo nulla.
La polizia si veniva a prendere i giornali, mettevamo anche da parte gli inserti.

La pausa panino, dalle 9 alle 9,15, era terrificante perchè sapevi che, se non ti sbrigavi, all'1 e mezza non te ne andavi. Un sacco di volte con una mano imballavo e con l'altra mangiavo.

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