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venerdì 30 luglio 2010

Cenerentola era precaria: storia di Z., commessa a 200 euro in un negozio del centro di Manfredonia



21 ore settimanali a 200 euro al mese. I calcoli si fanno in fretta, più o meno 2 euro l'ora.

E' la storia di una Cenerentola moderna quella di Z., commessa part-time in nero in un negozio del centro di Manfredonia che vende abiti, intimo e costumi. Gli stessi costumi che paghi quanto il salario di Z., 200 euro, e che, a detta della protagonista di questa triste storia, nelle vie del centro di Siena costano 50 euro in meno.

“Ho iniziato a lavorare ad aprile 2009. La vecchia proprietaria ha venduto il negozio e mi ha indicata alle persone che lo hanno rilevato. Con la vecchia proprietaria avevo un buon rapporto. Ma con le nuove, oltre alla commessa dovevo anche fare le pulizie. E pretendevano tutto, subito e fatto in maniera accurata. Gli affari, tranne due-tre mesi invernali, sono andati bene. Il negozio era della figlia ma la mamma, insegnante, aveva messo il denaro e comandava. E mi trovavo in mezzo a due fuochi, con la figlia che stava tutto il tempo davanti a Facebook e non faceva nulla fino a quando la sera non veniva la mamma. E la mamma che la sera arrivava e pretendeva che facessimo tutto il lavoro che non avevamo fatto fino a quel momento. Così puntualmente chiudevamo più tardi del previsto”.

“Se mi assentavo mezza giornata non dovevo recuperarla. Ma se mancavo di più, mi facevano recuperare le ore perse. Visto che ho un altro lavoro, cercavo di organizzarmi. E la proprietaria una volta mi ha detto: «come ti permetti di dire quando devi recuperare i giorni! Dove si è visto mai che la dipendente deve comandare la titolare?»”

Una gestione improvvisata, l'ansia di veder rientrare in fretta l'investimento per l'acquisto del negozio, un rapporto madre-figlia di dipendenza e complicità amorale paiono aver trasformato due donne di idee progressiste in datori di lavoro senza scrupoli. O, come dice Z., in persone che “predicano bene e razzolano male”.

“Ci ho lavorato per un anno. Fino ad allora non avevo preso ferie perché non volevano darmele. A maggio 2010, quando le ho chieste, la risposta è stata: «visto che sei in nero, non so se hai diritto alle ferie». Che nervi: al centro commerciale le commesse, anche quelle part-time, hanno diritto a quasi un mese di ferie retribuite all'anno. Le ho dovute quasi estorcere, e alla fine hanno ceduto perché si avvicinava la stagione e avevano paura che le avrei lasciate proprio nel momento in cui si lavora di più. Ho preso una settimana. Sono tornata un gionro dopo del previsto, il lunedì invece della domenica, avvisandole con un sms. Il martedì mattina arrivo in negozio. La figlia, con la scusa di un fax, esce. Arriva la mamma... si era presa un permesso da scuola solo per farmi il cazziatone. Per 200 euro al mese.”

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